Roma è avvolta da una fitta nebbia che nasconde anche la cupola di San Pietro. Sono 50.000 i fedeli in piazza, il loro arrivo è iniziato nella notte. Mentre sono 130 i cardinali e 3700 i sacerdoti presenti. Dal 2 gennaio hanno sfilato circa 200.000 persone in basilica per l’ultimo omaggio a Benedetto XVI (nella foto di Francesco Nigro da Pixabay ).

Sono presenti esponenti di varie confessioni religiose, anche ebrei musulmani e il rappresentante del patriarcato di Mosca. Due le delegazioni ufficiali: italiana, guidata dal presidente Sergio Mattarella e tedesca con presidente Steinmeier, il cancelliere Schoz e il governatore della Baviera Söder. Tra le teste coronate la regina Sofia di Spagna, emerita anche lei. Alle 8,50 esce la bara da san Pietro seguita dall’arcivescovo Georg Gänswein, da sempre segretario di Benedetto XVI, e dalle Memores Domini, le 4 suore laiche che hanno assistito il Papa emerito negli anni. La piazza applaude. Il segretario poggia il vangelo sulla bara e la bacia, poi prende posto con le delegazioni in prima fila. Papa Francesco ricorda nell’omelia che “Pascere vuol dire amare, e amare vuol dire anche essere pronti a soffrire. Amare significa: dare alle pecore il vero bene, il nutrimento della verità di Dio, della parola di Dio, il nutrimento della sua presenza.

Dedizione sostenuta dalla consolazione dello Spirito, che sempre lo precede nella missione […].Come il Maestro, porta sulle spalle la stanchezza dell’intercessione e il logoramento dell’unzione per il suo popolo, specialmente là dove la bontà deve lottare e i fratelli vedono minacciata la loro dignità”. Ne ricorda la delicatezza e lo spirito di servizio concludendo “Benedetto, fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta nell’udire definitivamente e per sempre la sua voce!”. Esce un timido sole a fine cerimonia. Francesco, in piedi, appoggiato al bastone, mette la mano sulla bara prima che rientri in basilica. Un’immagine che è pagine di storia. Dopo mons. Gänswein e le memores Domini entrano i cardinali e i sacerdoti. La piazza applaude di nuovo. Si chiudono le tende rosse e i cancelli. In piazza svettano i cartelli con scritto “Santo subito” e “Grazie Papa Benedetto”. Verrà tumulato nelle grotte vaticane, sotto la Basilica, nella tomba che fu di Giovanni XXIII e poi di Giovanni Paolo II. Domenica 8 vengono riaperte le grotte vaticane per l’omaggio dei fedeli a un Papa che ha scritto la storia della Chiesa.

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Chi era Papa Benedetto XVI

Incarichi

E’ stato membro del Consiglio della Segreteria di Stato per i Rapporti con gli Stati; delle Congregazioni per le Chiese Orientali, per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, per i Vescovi, l’Evangelizzazione dei Popoli, l’Educazione Cattolica, per il Clero e delle Cause dei Santi; dei Consigli Pontifici per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e della Cultura; del Tribunale Supremo della Segnatura Apostolica; delle Commissioni Pontificie per l’America Latina, dell’Ecclesia Dei, per l’Interpretazione autentica del Codice di Diritto Canonico e per la Revisione del Codice di Diritto Canonico Orientale.

Lauree.

Molti dottorati “honoris causa”. Dal College of St. Thomas in St. Paul (Minnesota, USA) all’Università cattolica di Lima; seguono l’Università cattolica di Eichstätt, l’Università cattolica di Lublino, l’Università di Navarra (Pamplona, Spagna), la Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA) sino alla Facoltà di teologia dell’Università di Breslavia (Polonia) nel 2000.

Pubblicazioni.

Un posto particolare merita l’Introduzione al Cristianesimo, lezioni universitarie (1968). Nel 1985 il libro-intervista Rapporto sulla fede, nel 1996 Il sale della terra. Per i 70 anni viene pubblicato Alla scuola della verità, in cui vari autori illustrano diversi aspetti della sua personalità e della sua opera. L’infanzia di Gesù e La mia eredità spirituale nel 2013.

Encicliche e non solo.

Tre le encicliche: Deus caritas est (2005), Spe salvi (2007), Caritas in veritate (2009); 4 le esortazioni apostoliche; 13 i Motu proprio (documento preso di propria iniziativa) tra cui quello sulla prevenzione e il contrasto delle attività illegali in campo finanziario e monetario (2010), Intima ecclesiae natura sul servizio della carità (2012) e quello riguardante alcune modifiche per l’elezione del romano Pontefice del 22 febbraio 2013. Inoltre numerose lettere ed esortazioni apostoliche, messaggi e preghiere come quella sul Sacrario delle Fosse Ardeatine a Roma (2011), al muro occidentale di Gerusalemme (2009), a Ground Zero a New York (2008).

Il 5 luglio 2013 esce l’enciclica “Lumen fidei” scritta a 4 mani da Benedetto XVI e Francesco.

POSTUMO -Il 14 gennaio 2023 esce “Dio è sempre nuovo” una raccolta di pensieri spirituali di Benedetto XVI con prefazione di papa Francesco

Papi che si sono dimessi

È il settimo a dare le dimissioni e il primo papa che ha vissuto (defilato) in Vaticano con un altro pontefice regnante. L’ultimo dimissionario era stato Gregorio XII nel 1415. Prima di lui avevano abbandonato per loro scelta il seggio papale: Ponziano (235), Silverio (537), Benedetto IX (1045), Gregorio VI (1046), Celestino V (1294), oltre a due casi riportati solo dalla tradizione: Clemente (97) e Giovanni XVIII (1009). Tumultuose le vicende che hanno spinto i pontefici, prima di Benedetto XVI, ad abdicare, eccetto Celestino V. Pur essendoci due pontefici, Ratzinger non è diventato un antipapa, cioè chi è stato eletto con procedure non canoniche, un usurpatore dei poteri e delle autorità del legittimo Papa. Tra questi, curioso il caso di Giovanni XXIII, eletto nel Concilio di Pisa del 1410 e sepolto nel Battistero di Firenze. Papa Roncalli, nel 1958, scelse quel numero proprio per ribadire che, chi lo aveva preceduto con quel nome, era un antipapa. Diventando, così, l’unico pontefice nella storia a scegliere oltre al nome, anche il numero.

Alessandra Gaetani