“Nomadland” il film trionfatore dell’edizione numero 93 degli Oscar e Chloé Zhao diventa la seconda donna a vincere il premio per la miglior regia dopo Kathryn Bigelow, la prima di origine asiatica.

La sorpresa è arrivata all’ultimo premio: miglior attore Anthony Hopinks, straordinario interprete di “The Father”, vincitore quando tutti davano per certa l’affermazione postuma di Chadwick Boseman.

Per il resto tutto secondo pronostico, è  Ciliegina sulla torta, Frances McDormand miglior attrice. Va in porto una Notte delle Stelle all’insegna dell’inclusione, di genere ed etnica, e che verrà ricordata per aver riportato un grande evento “in presenza”, dopo un anno di faticosissime cerimonie via Zoom, anche se ci sono stati diversi collegamenti da remoto e la location è stata spezzettata tra los Angeles – dove al Dolby Theatre si è affiancata la Grand Union Station – e Londra. Per mettere le cose in chiaro dal primo momento l’attrice-regista Regina King ha dato il la alla cerimonia parlando da “madre di un figlio nero” e riferendosi alla sentenza per la morte di George Floyd: il caso che ha dato vita al movimento “Black Lives Matter” ha avuto il suo peso in questi Oscar.

Tra gli attori non protagonisti la vittoria è andata di Daniel Kaluuya (black panther uccisa in un complotto in “Judas and the Black Messiah) e all’attrice sudcoreana di “Minari” Yuh-Jung Youn, che è stata anche divertente nel suo discorso di ringraziamento ricordando come viene storpiato il suo nome in Occidente. Chapeau a Glenne Close, sconfitta per l’ennesima volta ma capce di un ballo con semi twerk a sorpresa. I protagonisti invece sono stati, appunto, Anthony Hopkins e Frances McDormand.

Curioso poi il passaggio di consegne alla regia: Zhao, prima donna di origine asiatica a vincere la statuetta per la regia, è stata premiata dal vincitore dell’anno socrso, il primo asiatico nonché primo autore di un film in lingua straniera a trionfare nella categoria, il coreano Bong Joon-ho.

In ogni caso confermati in buona parte i pronostici, con una distribuzione molto equa dei premi, frutto di una stagione comunque difficile contrassegnata da cinema a lungo chiusi, visioni in streaming, titoli arrivati a spizzichi e bocconi al pubblico. Scelte come da previsione. Dalla vittoria della Danimarca di Thomas Vinterberg (“Un altro giro”) tra i film stranieri (commovente la dedica del regista alla figlia morta, travolta da un automobilista che guardava il cellulare) alla divisione ecumenica dei premi alla sceneggiatura, andati a due dei film più sorprendenti dell’anno, “Una donna promettente” (firmato dalla seconda donna regista nominata, record, Emerald Fennell) e “The Father”, viaggio nella demenza senile di Florian Zeller.

Grande sconfitto, ma si era capito da tempo, il “Mank” di David Fincher, 10 nomination e un soggetto (la vita molto alcolia dello sceneggiatore di “Quarto Potere”) che in un’altra annata avrebbe polverizzato la concorrenza. Ma quest’anno la politica batte la nostalgi e così arirvano “solo” gli Oscar per fotografia (firmata da Erik Messerschmidt) e scenografia.

Laura Pausini (nominata con Niccolò Agliardi e Diane Warren per “Io ssì (Seen)” da “La vita davanti a sé”) si è dovuta inchinare a sorpresa a H.E.R. e a “Fight for You”. Il “Pinocchio” di Matteo Garrone correva invece per il miglior trucco e per i migliori costumi, ma in entrambe le categorie ha prevalso il film all black “Ma Rainey’s Black Bottom” sbaragliando una concorrenza interessante (anche “Mank” è andato ko) ma la nomination resta la conferma dell’eccellenza degli artigiani del cinema tricolore.

Di seguito tutti i film vincitori della 93 edizione:

Miglior film: “Nomadland”

Sceneggiatura originale: “Una donna promettente”, Emerald Fennell

Sceneggiatura non originale: “The Father”, Florian Zeller e Christopher Hampton

Film internazionale: “Un altro giro” di Thomas Vinterberg (Danimarca)

Attore non protagonista Daniel Kaluuya, “Judas and the Black Messiah”

Trucco e acconciatura: “Ma Rainey’s Black Bottom” 

Costumi: “Ma Rainey’s Black Bottom”

Regia: Chloé Zhao, “Nomadland”

Suono “Sound of Metal”

Cortometraggio “Two distant strangers”

Cortometraggio animato “If Anything happens I love You”

Film d’animazione “Soul” di Pete Docter e Dana Murray

Documentario corto “Colette” di Anthony Giacchino e Alice Doyard

Documentario “Il mio amico in fondo al mare” di Pippa Ehrlich, James Reed e Craig Foster

Effetti speciali “Tenet”

Attrice non protagonista Yuh-Jung Youn, “Minari”

Miglior scenografia “Mank”

Fotografia “Mank” 

Montaggio “Sound of Metal”

Colonna sonora “Soul” (Trent Reznor, Atticus Ross e John Batiste)

Canzone “Fight for You” (“Judas and the Black Messiah”)

Attrice protagonista Frances McDormand, “Nomadland”

Attore protagonista Anthony Hopkins, “The Father”